Croccantini per cani: le ceneri grezze sono un sinomino di qualità scadente?

Croccantini per cani: le ceneri grezze sono un sinomino di qualità scadente?

Nel corso degli anni il riscontro di ceneri grezze nei croccantini per cani, che emergeva dalla lettura delle etichette delle diverse tipologie di mangimi in commercio per cani, non era di certo visto di buon occhio. La presenza di ceneri veniva spesso considerata erroneamente indice di una qualità scadente, a prescindere dagli ingredienti dell’alimento.

In questo articolo vi spiegheremo come scegliere le migliori crocchette per cani!

Al giorno d’oggi lo sviluppo da parte degli acquirenti di una capacità critica maggiore, unito alla diffusione di informazioni sicuramente più accurate e precise sull’argomento, ha consentito di sfatare molte false credenze in meritò a ciò, come quella che adduceva la presenza di ceneri alle eccessive temperature impiegate per la preparazione industriale del cibo per cani.

Si pensava, infatti, che il mangime per cani venissero addirittura sottoposte a temperature di cottura che andavano dai 400 ai 500 gradi, cosa impossibile, in quanto tale eccesso termico ne provocherebbe la carbonizzazione, con distruzione di tutte le macromolecole presenti e conseguente denutrizione dell’animale che ipoteticamente le mangerebbe.

La temperatura di cottura ideale, in realtà, va dai 120 ai 140 gradi ed è quella indispensabile per mantenere intatte le proprietà nutrizionali dei macronutrienti presenti, ossia glucidi, lipidi e protidi.

Le sopracitate eccessive temperature, invece, si adoperano esclusivamente nelle indagini di laboratorio, volte alla quantificazione della percentuale di minerali presenti nelle diverse preparazioni alimentari destinate alla vendita.

Ceneri nei croccantini per cani: di che si tratta?

Non bisogna farsi fuorviare dalle informazioni errate legate all’origine delle ceneri nei mangimi, secchi o umidi, o dal termine stesso.

Quando si parla di ceneri nei mangimi per cani, infatti, ci si riferisce alla componente minerale in essi contenuta, ossia la parte inorganica che residua dopo l’incenerimento completo della porzione organica dell’alimento.

Ponendo i croccantini, o altre tipologie di prodotti alimentari, in un apposito inceneritore, una stufa chiamata muffola, infatti, le componenti glucidiche, lipidiche e proteiche vengono distrutte, andando a scomparire; quel che residua è solamente la frazione minerale degli ingredienti usati nella preparazione.

I sali minerali contenuti nell’alimento confezionato, quindi, sono gli stessi che si riscontrano in tutti gli alimenti di cui anche l’essere umano si nutre.

La differenza sta nel fatto che secondo la legge, diversamente da quanto accade per i prodotti destinati al consumo da parte dell’uomo, questa quota di sali minerali deve essere indicata nella composizione del mangime proprio sotto la denominazione di “ceneri grezze”.

Nulla a che vedere, quindi, con l’infondato timore di ritrovare nel cibo per cani le ceneri di animali cremati, il cui impiego nella realizzazione di prodotti destinati al commercio è chiaramente illegale.

Tutti gli ingredienti che vengono impiegati per la preparazione delle crocchette per cani, siano essi di origini animale o vegetale, contengono, dunque, una certa quota di minerali ed è indispensabile che chi acquista sappia esattamente a quanto ammonta.

Quel che l’acquirente tende a chiedersi è quale sia il contenuto di ceneri che un alimento va ad apportare, quale sia il quantitativo ideale e, soprattutto, se un eccesso o un difetto di esse possa essere sinonimo di un prodotto scadente o, nell’ipotesi peggiore, possa avere degli effetti negativi sullo stato di salute dei nostri animali da compagnia.

Come si calcola la quantità di ceneri negli alimenti?

Per calcolare la quota di ceneri presenti in qualsiasi alimento destinato al consumo animale, che si tratti di un mangime umido o secco, di un biscotto o di un integratore alimentare, si fa fede al Regolamento della Comunità Europea 152 del 2009, che letteralmente fissa i metodi di campionamento e di analisi per i controlli ufficiali degli alimenti per animali.

In esso, infatti, viene indicato l’unico metodo ritenuto valido per questo scopo, andando a sviscerare tutte le fasi del processo che, a partire dell’alimento che si trova in commercio, consente di ottenere solo la componente minerale, le cosiddette ceneri, di cui ci interessa conoscere la quantità.

Il metodo utilizzato prevede, come accennato prima, che l’alimento sia posto per almeno tre ore in una muffola, in cui si raggiungono temperature elevatissime, intorno ai 500 gradi centigradi, che danno la garanzia che venga certamente incenerito.

Successivamente questo viene estratto e lasciato stabilizzare, per poi essere nuovamente posto nella stufa per un’ulteriore mezz’ora, prestando attenzione al fatto che il peso resti invariato dopo i due successivi riscaldamenti.

Se così non fosse, vorrebbe dire che l’alimento (nello specifico carboidrati, proteine, zuccheri e fibre) potrebbe non esser stato completamente e correttamente ridotto in cenere.

Alla fine di ciò si otterranno delle ceneri definite grezze, aggettivo che cela la leggera imprecisione insita in questo procedimento, al termine del quale una piccola traccia di componente organica sarà comunque riscontrabile, rendendo indicativo il valore percentuale delle ceneri riportato dalle etichette.

Le ceneri così ottenute vengono quindi smaltite, rispettando il protocollo in vigore, e in alcun modo possono essere reimpiegate per la preparazione di croccantini o altri complementi nutrizionali.

Alcune aziende si avvalgono, talvolta, di metodiche di analisi dotate di maggiore precisione, come il metodo spettrometrico, che consente un’analisi di natura non solo quantitativa, ma principalmente qualitativa delle varie sostanze minerali presenti.

In questo caso è possibile rinvenire sulle etichette l’esatta percentuale di calcio contenuto, ad esempio, ma questo ulteriore livello di dettaglio non è che una scelta aziendale, svincolata dalla normativa vigente e dai regolamenti in merito.

L’unica eccezione è data dagli alimenti che rispondono alle esigenze di animali da compagnia affetti da determinate patologie, per le quali è fondamentale garantire che vi sia un apporto di determinati sali minerali in quantità chiaramente specificate.

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Qual è il valore di ceneri grezze ottimale che dobbiamo aspettarci di trovare in un alimento?

E’ opportuno precisare subito che non esiste un valore ideale di ceneri che possiamo rinvenire nel mangime per cani; questo varia sostanzialmente in base al tipo di alimento che andiamo a considerare e, nello specifico, alla quantità di minerali che contiene, strettamente dipendente dagli ingredienti che lo compongono.

Gli alimenti ricchi di sali minerali conterranno, quindi, sicuramente un quantitativo di ceneri maggiori e solitamente gli ingredienti di origine animale sono più ricchi di minerali rispetto a quelli di origine vegetale.

Per stimare indicativamente il quantitativo di ceneri presente nei croccantini per cani sono state condotte diverse analisi in merito. In alcune di queste si sono calcolati i valori di cenere contenuti in diverse tipologie di carne fresca sottoposta ad essiccazione e le analisi hanno restituito percentuali che vanno dal 4 al 6 %.

Tenendo conto del quantitativo di acqua presente nella carne fresca, che ammonta all’incirca al 60-65 %, a fronte della carne sottoposta ad essicamento che ne contiene circa il 10 %, si desume che nella carne fresca le ceneri riscontrate non superino l’1-3 %.

Una ricerca analoga è stata fatta per gli ingredienti di origine vegetale che compongono gli alimenti in commercio, tra cui le farine. In questo caso si fa riferimento alle farine che vengono adoperate a fini alimentari, le quali, come si evince dal Decreto del presidente della Repubblica 187 del 2001, presentano un quantitativo di ceneri variabile di poco in base al tipo di farina, che va dallo 0,5 % della farina di grano tenero tipo 00 al massimo 1,70 % delle farine integrali di grano tenero.

La percentuale di ceneri che si trova mediamente in una crocchetta per cani, tuttavia, può raggiungere anche l’8 o 9 %, di solito, però, è intorno al 5 o 6 %.

Ciò implica, come si può facilmente intuire, che nella sua preparazione non vadano solo a confluire ingredienti di origine animale o vegetale, ma anche una sostanziale quota di sali minerali, quella opportuna per garantire il benessere psicofisico di un animale e dare vita, a tutti gli effetti, ad un mangime che si può definire completo.

Nelle crocchette per cani il rapporto calcio/fosforo deve rientrare in un determinato range di valori e, essendo la carne ricca di fosforo, andrà aggiunta all’alimento, dunque, una quota di calcio addizionale, giungendo così ad una quantità di ceneri totali mediamente del 5 %.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, il calcio non è veicolato nell’alimento da solo, bensì attraverso l’aggiunta di una componente ossea, che apporta molti tipi di minerali diversi, i quali verranno tutti inclusi nel calcolo delle ceneri, andando ad innalzarne la percentuale nel mangime a circa il 7 %.

Questo tipo di approccio si adotta anche per quanto riguarda l’alimentazione a crudo o Barf, che prevede una combinazione completa e bilanciata di carni crude, frutta e verdura in quantità limitate, frattaglie, come trippa, e anche ossa crude, sbriciolate nel pasto o date come premio occasionalmente.

La percentuale di ceneri presente influenza la qualità dell’alimento?

Quanto abbiamo analizzato fino ad ora conferma che individuare un valore ideale di ceneri, da ricercare nei mangimi completi acquistati, non è possibile.

C’è da dire, però, che disponiamo di un piccolo espediente, che consiste nel calcolare il rapporto tra la percentuale di proteine grezze e la percentuale di ceneri grezze contenute nell’alimento.

Quanto più il numero che si ottiene da questo rapporto è alto, tanto migliore risulta la qualità del prodotto, con un valore ottimale che si aggira intorno a 4 o 5.

Questo, infatti, significherà che la quantità di proteine presenti sarà quattro o cinque volte superiore rispetto a quella delle ceneri, il che accresce notevolmente il valore nutrizionale del mangime in questione.

Tale rapporto non può essere applicato ovviamente quando si fa riferimento agli alimenti complementari che, come il termine stesso suggerisce, vanno ad apportare solo determinate sostanze, il cui compito è complementare, ossia rendere completa, l’alimentazione del cane.

Con queste tipologie di alimenti non ha senso parlare di rapporto tra proteine e ceneri perché, solitamente, vanno ad integrare determinate componenti che difettano nella dieta, che possono essere anche esclusivamente di natura minerale o proteica.

E’ molto utile, invece, far riferimento ad esso quando si tratta di alimenti completi.

In passato, infatti, nella produzione delle crocchette venivano adoperati parti poco nobili come piumaggio o carni aggiunte con un’alta percentuale di porzioni ossee e cartilaginee, ma anche corna o parti di zampe come gli zoccoli, che presentano una percentuale di componente inorganica molto elevata.

Ciò faceva sì che la quantità di ceneri rinvenuta nei croccantini per cani risultasse alta, a fronte però, in questo specifico caso, di un valore qualitativo scadente.

Tuttavia, molti alimenti freschi, attualmente utilizzati per la preparazione dei croccantini, forniscono comunque una grande quantità di proteine, ma anche di minerali, e quindi di ceneri, mantenendo, però, un valore nutritivo sicuramente notevole.

Vengono, infatti, impiegate materie prime di pregio, come tagli di carne di ottima qualità, in cui si riscontrano percentuali significative di ferro, sodio, potassio, zinco, selenio e soprattutto fosforo.

Il notevole quantitativo di fosforo in un alimento ricco di proteine inevitabilmente richiederà l’addizione di una quantità di calcio maggiore rispetto ad un alimento con meno carne, e quindi meno fosforo, per mantenere entro determinati valori il rapporto tra calcio e fosforo sopracitato.

Una volta che la componente organica sarà incenerita, saranno questi minerali a giustificare l’alto contenuto di ceneri rinvenuto, a fronte però di un apporto proteico ottimale. Non è possibile, di conseguenza, affermare che molte ceneri siano sinonimo di qualità scadente del mangime, cosa che sussisteva negli anni passati.

Anzi, è sorprendente vedere come le crocchette preparate con carne HFC, che sta per Human Food Chain, catena alimentare umana (acronimo che indica l’idoneità dell’alimento al consumo da parte dell’uomo, sebbene sia messo in commercio per il consumo animale), siano quelle con i valori di ceneri più elevati.

I valori di cenere più bassi si riscontrano, invece, nei croccantini per cani secchi in cui la componente proteica è rappresentata principalmente dalle cosiddette proteine idrolizzate, ossia miscele di amminoacidi che si ottengono dal trattamento delle proteine, di certo dal valore nutritivo molto inferiore rispetto a quelle contenute nell’alimento fresco.

Dà, invece, valori ingannevoli del rapporto tra percentuale di proteina grezza e di ceneri grezze, l’utilizzo di fonti proteiche di origine vegetale, come il glutine che, aggiunto in abbondanza, aumenta di molto la componente proteica, producendo un basso quantitativo di ceneri.

Infatti, nonostante il rapporto appaia ottimale, la tipologia proteica apportata non è la più indicata per la nutrizione animale, in quanto caratterizzata anche da una digeribilità sostanzialmente inferiore.

Molti produttori di crocchette per cani si servono di questo stratagemma che, presentando dinanzi ad uno sguardo inesperto o frettoloso dei valori ritenuti accettabili, consente di mettere in commercio mangimi che difettano chiaramente nella scelta qualitativa delle materie prime.

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Come possiamo capire se un alimento completo sia di qualità?

L’unico mezzo, nonché il più semplice, che abbiamo per poter capire se ci troviamo dinanzi ad un alimento completo di qualità o meno, consiste nel leggere con cura le etichette nutrizionali riportate sulle confezioni dei croccantini per cani in commercio, soffermandoci sulla lista degli ingredienti.

Questa riporta tutte le materie prime che sono state adoperate, inserite in ordine decrescente in relazione alla quantità che di esse si riscontra nell’alimento finito, da quelle presenti in maggiori quantità fino a quelle che si ritrovano solo in tracce.

E’, quindi, la conoscenza degli ingredienti impiegati a darci le informazioni più importanti sulla qualità e non i risultati delle analisi di laboratorio, atte ad individuare le varie componenti inorganiche, ossia le ceneri grezze, semplicemente dal punto di vista quantitativo, ma non in grado di indicarne la provenienza né la composizione.

Non sapremo mai, dunque, a meno che non si ricorra alla spettrometria di massa, basandoci semplicemente su un valore quantitativo, se la percentuale di ceneri che appare corretta, paragonandola ai valori medi dei prodotti simili sul mercato, sia in realtà originata da una bilanciata ripartizione dei minerali che in essa confluiscono o se vi sia, ad esempio, un eccesso di un minerale rispetto ad un altro.

Un altro aspetto che non può essere sottovalutato è il diverso fabbisogno di sostanze minerali che ogni cane presenta, il quale varia in base alle diverse fasi dell’accrescimento e, quindi, all’età del cane, ma anche in funzione del tipo di attività fisica nel caso dell’alimentazione di un cane da lavoro e alle eventuali condizioni patologiche che possono affliggere il nostro compagno di giochi.

Ciò sottolinea sempre di più come non vi sia una quantità giusta di ceneri né una composizione migliore di esse, ma ogni animale è da considerarsi come un organismo a sé stante, con esigenze che vanno senza dubbio personalizzate in base alle diverse circostanze.

Se, ad esempio, un animale soffre di calcolosi renale, non è possibile in maniera preventiva affermare che necessiti di un alimento completo con più o meno ceneri.

Bisogna, infatti, tener presente che nelle ceneri si va ad annoverare una miscela di minerali, ma di questi non tutti sono responsabili della calcolosi urinaria, il cui verificarsi risente anche di altri fattori, come il valore di acidità delle urine.

A causa di ciò, prima di somministrare un qualsiasi alimento specifico per la calcolosi, sarà fondamentale che le urine del nostro amico a quattro zampe siano analizzate.

Va preso in considerazione che la scelta dai più ritenuta appropriata vede nell’alimentazione con mangimi umidi e, se possibile, nel pasto preparato a casa la soluzione più idonea, tenendo bene a mente la necessità dell’assunzione di adeguate quantità di acqua per facilitare l’eliminazione dei calcoli.

Il valore delle ceneri grezze, dunque, ancora una volta non si configura come un valore assoluto, ma va interpretato di volta in volta, analizzando in particolar modo gli ingredienti adoperati nelle crocchette per cani, che sono l’indicatore più appropriato nel darci informazioni su quanto un determinato alimento completo sia adatto alle esigenze nutrizionali del nostro cane, e tenendo in considerazione l’unicità che ogni animale reca in sé.

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