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Il movimento nel cane da Pastore Tedesco

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco

In questo articolo approfondiremo il movimento nel cane da Pastore Tedesco, tema molto caro agli esperti del settore ma che, attraverso un linguaggio semplice, cercheremo di rendere fruibile agli estimatori della razza o ai semplici curiosi.

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco: la parola a Piero Alquati

A tal proposito abbiamo intervistato per voi Piero Alquati , Giudice Internazionale ENCI e Selezionatore della razza del cane da Pastore Tedesco, nonché autore di numerosi e prestigiosi testi.

Classe 1936, nato a Brescia e cresciuto in Brianza, ci tiene subito a precisare che “solo attraverso la conoscenza dei principi sui quali si basa il movimento delle razze, si è in grado di conoscere e valutare il movimento di ognuna”.

E onde evitare di riportare nozioni errate o imprecise, riportiamo fedelmente quanto ci è giunto dalle sue vive parole.

Ma partiamo dall’inizio.

Origini e standard nel movimento del Pastore Tedesco

temperamento del pastore tedesco

Il signor Alquati ci spiega subito che per una buona interpretazione dello standard si devono considerare le origini della razza: senza queste riflessioni preliminari, infatti, si finisce col selezionare un movimento inadatto.

Il cane da pastore tedesco nasce dalla fusione di più razze, con differenti somatologie, impiegate per la conduzione del gregge. Alcune erano più reattive e dinamiche, altre più lente, tuttavia tutte adatte a questo servizio. 

Nel periodo in cui l’uso dei cani era ancora prevalentemente pastorizio, venne stilato uno standard per fonderle in un tipo unico anche se per la qualità del pelo erano considerate tre varietà: pelo corto, pelo di media lunghezza semiserico e pelo lungo. Avvenne questo perché, mentre fu abbastanza facile omogeneizzare una somatologia, non lo fu per il manto. 

Le intenzioni originali per il criterio selettivo del movimento furono quelle di raccomandare un trotto ampio, sciolto e radente. Essendo tutto relativo, la raccomandazione assunse un sapore aleatorio. A quei tempi l’intenzione di ottenere un trotto ampio e radente era accettabile essendo molti soggetti dotati di scarse angolazioni che, certamente, non potevano soddisfare questo movimento.

Si instaurò così un controsenso programmatico: si cercava un trotto ampio, spazioso e radente adatto ad un cane da gregge, quando l’impiego di questa razza, per l’evoluzione industriale e l’abbandono della vita pastorizia, invogliava sempre più il suo uso come cane di utilità e difesa, attività nelle quali semmai erano più importanti reattività e velocità nel galoppo per le azioni di attacco all’uomo. Tuttavia si convinsero che il cane migliore era quello che esprimeva i più ampi passi.

Il cane da pastore tedesco venne sempre meno impiegato per la conduzione del gregge e le verifiche del suo movimento furono affidate alla prova di resistenza e alle prove in movimento nei ring nelle esposizioni.

La smania di vincere portò a produrre un cane da pastore tedesco dal trotto sempre più allungato, voluto per gratificare più un’immagine spettacolare che funzionale, senza mai considerare l’efficienza di un’andatura che dovesse resistere per molte decine di chilometri e ogni giorno.

Piero Alquati – Cane da Pastore Tedesco, volume 1: Storia ed evoluzione dell’anatomia, dello standard e della cinognostica ai fini della selezione. 

Errori e criteri selettivi nel movimento del Pastore Tedesco

Per dar sempre più credito alla selezione del ring è stato “inventato” il trotto sprint che, nel suo intento, spettacolarizzerebbe l’ampiezza e il dinamismo del trotto. “Penso che negli anni della moderna cinotecnia non fu mai concepito un tale controsenso”, commenta il signor Alquati.

Il trotto sprint, nell’attività di conduzione del gregge, non esiste, mentre è necessario un trotto lento e costante che garantisce la resistenza. Se il cane deve muoversi in maniera sfrenata, lo fa per brevi tratti ma al galoppo. Figlia naturale di tale controsenso, fu immaginata la presentazione del cane “fuorimano” che, condotto al guinzaglio lungo e stimolato dal di fuori, lo pone in un assetto alto avanti e basso nel posteriore, costringendolo ad un movimento alterato che non è certamente paragonabile a quello che il cane dovrebbe esprimere, se ben costruito, quando trotta sciolto in un campo collaborando col pastore.

Questi gravi errori di interpretazione selettiva hanno generato un’anatomia che porta ad un movimento che non giustifica gli intenti originali. In pratica, si è passati da un trotto apprezzato per l’ampiezza dei passi ad un trotto apprezzato per la frequenza delle battute. Sorge inoltre un’altra grave condizione che genera una dicotomia selettiva: i cani adatti alle prove di lavoro. Un tempo erano usati soggetti provenienti dalla selezione di allevamento, traendone semmai i più adatti. Con l’incremento della competizione agonistica nelle prove di lavoro, questi soggetti non accontentavano il desiderio di vittoria, per cui si ingenerò una selezione specifica con particolari doti caratteriali, ed anche morfologiche, raccolte in ceppi che conservavano la rusticità di un tempo che garantiva maggior tempra e combattività, poi dominate attraverso criteri coercitivi che temperavano la conseguente indocilità. Riemergevano nel contempo anche le forme primitive non influenzate dalla raffinatezza selettiva.

Piero Alquati – Pastore Tedesco, Ed. Integrale 2: Storia ed evoluzione della razza e dell’agonistica

Le andature ideali nel movimento del cane da Pastore Tedesco

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco

Il cane da pastore tedesco può muoversi, come tutti i cani, al passo, al trotto, in ambio, al galoppo. I movimenti naturali della razza sono passo, trotto e galoppo. Il movimento d’elezione è il trotto ma di non minor importanza sono il passo ed il galoppo.

Ogni razza si caratterizza ed apprezza con un’andatura preferenziale imposta dalle esigenze del lavoro cui è destinata. Tanto vale per la velocità del levriero, per il passo lento del bulldog, per il galoppo felpato del setter inglese, per il passo rapido e breve di molte razze da compagnia. Prima di iniziare l’esame del movimento di razza, ricordo che le andature sono varie e rappresentano molte gestualità del cane: alcune sono tipiche di ogni razza, tuttavia non sono d’interesse zoognostico. Entrando nella specifica analisi dell’andatura del cane da pastore tedesco, è doveroso esporre alcune considerazioni che analizzeremo di seguito.

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco: il passo

Il pastore tedesco, come tutti i cani, quando si muove lentamente cammina. Il passo è una successione di movimenti dell’impianto angolare degli arti la cui massima ampiezza deriva dalla misura dello spazio naturale che nel muoversi gli arti possono coprire.

«È estremamente importante sottolineare» ci dice il signor Alquati «che il trotto e il galoppo, invece, sono andature nelle quali esiste una fase di sospensione aerea, per cui la dimensione dei passi è influenzata non solo dalla natura dell’impianto angolare e dal relativo frazionamento dei segmenti ossei, ma anche dall’entità della forza dell’impulso di spinta».

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco: il trotto

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco

Iniziamo subito col sottolineare che il movimento d’elezione del cane da Pastore Tedesco è proprio il trotto, la cui ampiezza deriva dalle opportune pronunciate angolazioni e che, precisa il signor Alquati, «solo quelle lo permettono, diversamente da ciò che pensa la corrente cultura, la quale ritiene erroneamente che lo si possa ottenere attraverso esercizi ginnici». 

Il trotto nella conduzione del gregge è indispensabile per i lunghi trasferimenti, non essendo il cane da pastore tedesco un raggruppatore del gregge, lavoro dove piuttosto hanno importanza la reattività ed il galoppo. «I selezionatori oggi, avendo scordato le attitudini originali, hanno formulato progetti per soddisfare le illogiche smanie per primeggiare nel ring delle esposizioni di razza», aggiunge. Nelle esposizioni organizzate con i criteri dettati dalla FCI non sono accettati i metodi in uso nei raduni di razza rendendo in queste manifestazioni la partecipazione degli espositori quasi inesistente. E ci spiega:«Un tempo, anche nei raduni di razza, per la valutazione dinamica nel ring, si tentava di simulare l’impiego pretendendo campi vasti per la presentazione e tempi lunghi per l’esame in movimento richiedendo una condotta al guinzaglio allentato per testare la costruzione e la resistenza. Oggi si esaltano corse illogiche al trotto sprint accettate solo per compilare una classifica piuttosto che un sondaggio fisiologico. Da questo orrore selettivo nasce l’apprezzamento di un cane da pastore tedesco nel quale l’anatomia gratifica questi errori».

Valutare il gesto ottimale di razza nel movimento del Pastore Tedesco

Per effettuare un movimento armonico la somma della misura dei segmenti ossei deve essere più lunga dell’arto rigido. Questo perché, per mantenere in assetto ideale i centri meccanici del movimento, ossia le articolazioni, servono misure che permettono le posizioni ottimali per la funzione biomeccanica dell’andatura più efficiente. L’eccesso dell’inclinazione dei segmenti ossei, con una conseguente maggiore lunghezza, sposterebbe verso l’alto i centri meccanici producendo passi troppo lunghi che costringerebbero il cane a muoversi con un continuo sali e scendi del suo baricentro, obbligandolo ad un impegno motorio affaticante. Quando le angolazioni sono scarse e i conseguenti segmenti ossei sono corti, il cane appoggia per poco tempo il piede a terra effettuando una spinta breve perché i centri meccanici non consentono un movimento armonico e spazioso (rendendolo simile a quello dei Syberian Huski).

Come si può notare, quindi, l’andatura ottimale nasce da una giusta interpretazione delle origini della razza e sia gli eccessi delle angolazioni quanto la loro scarsa presenza costituiscono difetto. Altrettanto grave difetto è la disarmonia dell’intensità angolare perché non consente un movimento bilanciato. Quando l’angolazione dell’anteriore è scarsa ed eccessiva è quella del posteriore, o viceversa, il cane si muove con assetti impropri che alterano l’efficienza e la scorrevolezza del suo movimento. Stimando un difetto anatomico della costruzione del trottatore è minore quando ci si trova in presenza di angolazioni relativamente scarse avanti e dietro che consentono un gesto più limitato ma bilanciato ed efficace, piuttosto che impianti angolari di diversa intensità angolare.

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco: il galoppo

Il movimento nel cane da Pastore Tedesco

Il cane da pastore tedesco fa minor impiego del galoppo perché nella conduzione del gregge viene impiegato solo per raggiungere la pecora indisciplinata, come cane utile per bloccare il malvivente, nella vita quotidiana per correre dal padrone, nel tempo passato per catturare una preda. La predisposizione al galoppo facilita il salto di un ostacolo. Il cane può muoversi al galoppo lento se non particolarmente sollecitato, come ad un galoppo veloce per scatti brevi dovuti ad azioni rapide per particolari esigenze, come rincorrere un gatto o aggredire un figurante durante l’attacco lanciato.

«Nell’usuale didattica, lo studio del galoppo del cane da pastore tedesco è poco considerato in quanto non è un’andatura d’elezione per la razza» ci spiega il signor Alquati.

È opportuno, dunque, soppesare alcune considerazioni su questo movimento usualmente ignorato, che dovrebbe essere motivo di studio soprattutto per i Giudici delle molte discipline dell’impiego.

Ricordiamo le principali.

  • Durante la ricerca in superficie, il cane deve muoversi con attenzione, ma a volte nell’azione dinamica a teleolfatto è indotto, per recarsi in altra zona ottimale, a percorrere alcuni, se pur piccoli tragitti, al galoppo che spesso ricorda il kanter, inteso come un’andatura di compromesso tra il trotto e il galoppo. Con i lunghi tempi in sospensione del kanter, mantiene un’elasticità che consente riflessione ed al tempo stesso possibilità di ritornare al trotto o al passo, così come ad un breve tratto al galoppo veloce.
  • Durante la ricerca in superficie nei terreni vari come in montagna, passando da zone pianeggianti a fianchi ripidi costellati di pini da cui giungono le emanazioni dell’ipotetico disperso, il cane passa dal trotto tenuto nel piano ad una sorta di galoppo per affrontare la salita e questa è un’andatura costituita da salti che facilitano l’arrampicata. Similare è la sua azione seguendo il gregge dove, dal passo al trotto, il cane non ha momenti d’indugio ma passa ad una rapida azione di galoppo per orientare la direzione del gregge o ricondurre le pecore indisciplinate o ritardatarie.
  • Diverso è il galoppo espresso nel cane di utilità e difesa poiché in tali prove l’utilizzo del galoppo veloce è usato per lanciarsi all’attacco. A volte il cane incerto all’attacco ha esitazioni e prima di tornare a lanciarsi o desistere muove con lo stesso movimento già descritto per gli indugi durante la ricerca. 

Il galoppo nel movimento del cane da pastore tedesco: un approfondimento

Il signor Alquati ha ritenuto necessario approfondire le caratteristiche del galoppo usualmente ignorate nella valutazione funzionale di questa razza.

Bisogna premettere che: 

  • il cane da pastore tedesco ha un rachide piuttosto rigido destinato a divenire il sostegno portante del meccanismo degli arti che si muovono lungo il piano sagittale del cane per sviluppare i gesti del trotto;
  • il tronco è relativamente lungo e dotato di un torace profondo. 

Due condizioni, quelle sopracitate, che non facilitano certamente le azioni del galoppo.

In particolare il torace profondo non consente quella flessibilità del rachide vantaggiosa durante la fase nella quale il cane si raggruppa su se stesso per esprimere un’ampia apertura del balzo che rende ampio e veloce il galoppo.

Le azioni di galoppo sinistro o destro, ossia quando il cane usa un piede più avanzato sinistro o destro per imprimere la maggior spinta, sono gestite e variate dal cane per dare riposo all’uno o all’altro arto durante un galoppo protratto. Questa non è una concreta esigenza della razza del cane da pastore tedesco non essendo un’andatura usata per coprire lunghi tragitti.

La velocità nel movimento del cane da Pastore Tedesco

Cuccioli Di Pastore Tedesco a Pelo Lungo

La velocità del movimento del cane, e come tale anche nel cane da pastore tedesco, è influenzata da due motivi: l’ampiezza del gesto, sia esso del passo, del trotto o del galoppo e la rapidità del gesto usualmente identificata come frequenza. Questo vale per il passo ed il trotto, essendo i due movimenti tipici della razza, mentre il galoppo è valutato in maniera relativa essendo un’andatura di adattamento e non di impiego.

La combinazione di queste due possibilità permette di stabilire se il cane esprime passi ampi e poco frequenti o relativamente ampi ma molto frequenti. «La vecchia filosofia selettiva insegnava che la soluzione vincente era quella degli ampi passi e poco frequenti, mentre oggi è riaffiorata la teoria di passi frequenti relativamente brevi e rapidi che vedono nell’apprezzamento del trotto un controsenso selettivo in quanto non giustificano in alcun modo le raccomandazioni dello standard che pretendono un trotto ampio, sciolto, radente e resistente, ossia protratto nel tempo. Con questo criterio selettivo si incentiva la necessità di una iper reattività costituzionale, necessaria per esprimere un rapidissimo trotto sprint di breve durata a danno della normale reattività legata ad una costellazione endocrina ideale e matrice biologica di un cane resistente» precisa il signor Alquati.

Perché giudicare anche al passo il movimento nel cane da Pastore Tedesco

Nei tempi passati il giudizio al passo era inderogabile, poi veniva la prolungata prova del trotto al guinzaglio lento.

La prima era una verifica morfologia e funzionale, la seconda una verifica della attitudine alla resistenza. Maestro della prova al passo fu il Responsabile dell’Allevamento SV Dott. Beck che era solito dire ai concorrenti “con me si vince al passo”. La ragione era semplice ma, se non descritta, incomprensibile.

Al passo il cane cammina con tre appoggi sempre a terra, non esistono momenti di sospensione durante i quali il cane con impercettibili gesti volanti può armonizzare le imperfezioni della costruzione, soprattutto quelle a carico delle angolazioni e delle proporzioni generali (rapporto altezza/lunghezza – altezza del torace/ lunghezza dell’avambraccio). Durante il gesto volante del trotto veloce il cane coordina i suoi passi con impercettibili accelerazioni o rallentamenti che consentono, ad esempio, ad una scarsa angolazione dell’anteriore, di attendere in volo il completamento della spinta di un posteriore molto angolato. Al passo questo artificio non è concesso perché il cane è sempre in appoggio sul terreno e, quando ha difetti di costruzione, li evidenzia con assetti impropri l’imperfezione anatomica. Il difetto più frequente è appoggiarsi sull’anteriore chinando la testa e il collo. Con questo artificio, abbassando il baricentro il cane riesce ad effettuare un passo dell’anteriore più ampio generando tempi più lunghi del gesto in attesa che il posteriore completi la sua azione.

Al trotto volante, sostenuto dal guinzaglio, all’occhio inesperto scompare questo difetto che invece andrebbe ravvisato poiché il cane porta le zampe anteriori quasi orizzontalmente e batte come un tamburo il terreno guadagnando tempo per sincronizzarsi con la spinta del posteriore. Anche il breve tratto fatto oggi con il cane condotto senza guinzaglio è veloce e condizionato da attenzioni al conduttore che lo inducono ad un’andatura rapida e forzata, con collo e testa elevati che consentono di nascondere anche in questa rapida prova i difetti di costruzione.

Conclusioni

Al di là delle nozioni che abbiamo riportato e dei tecnicismi di non facile e immediata comprensione per coloro che sono completamente digiuni in materia – e possiamo capirlo – siamo convinti che sia valsa la pena arrivare fino a questo punto dell’articolo per leggere le parole che seguono.

Oltre ciò che si impara facendo questo mestiere (quello del copywriter, per intenderci), la cosa che ci colpisce sempre è l’emozione che coloro che vengono intervistati da noi riescono a trasmetterci e che, siamo sicuri, riuscirete a percepire anche voi.

Le facciamo arrivare a voi tramite le parole pronunciate dal signor Alquati, che arriveranno dritto al cuore di ognuno di voi, proprio come è accaduto a noi.

«Io ricordo un episodio che influenzò in maniera determinante la mia cultura cinotecnica. Pochi giorni dopo l’acquisto, presentai Quanto Wienerau all’Esposizione Internazionale di Milano dove, in 25 giorni, concluse l’attribuzione di Campione Italiano ENCI, comprese tre esposizioni nelle quali risultò il miglior soggetto assoluto. A Milano, Giudice il Dott. Beck, io (allora trentaquattrenne) ero un po’ preoccupato perché temevo la sua presenza essendo personaggio molto quotato. Quanto era da poco in mie mani e non si muoveva con il brio che avrei voluto perché anch’io, allora fragile nella competenza, ero influenzato dalle nuove smanie. Be’… Quanto stravinse!!! Cercai di giustificarmi per il passo non troppo spedito. Beck mi fissò negli occhi ed in mezzo al ring prese in braccio Quanto, lo lanciò in alto, ricadde tra le sue braccia e disse “Alquati, questo è il pastore tedesco!”. È stato un momento della mia vita che non dimenticherò mai».

Onde evitare di guastare il momento e di interrompere il flusso di emozioni che vi (e ci) ha travolto, riteniamo non ci sia nulla da aggiungere.

Di fronte a tanta passione, a tanta emozione, non c’è parola che tenga. 

È quella stessa passione che ci tiene svegli la notte e che ci sostiene da oltre vent’anni, permettendoci di affrontare qualunque sacrificio, per il benessere dei nostri cani.

Perché qui all’Allevamento Di Casa Falcone selezioniamo solo gli esemplari migliori.

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