Quali sono le piante tossiche per il cane

Allevamento Pastore Tedesco MIlano - Di Casa Falcone

Quali sono le piante tossiche per il cane

Prendersi cura del proprio cane vuol dire non soltanto curarne l’alimentazione e l’educazione ma assicurargli un ambiente salubre e sicuro in cui vivere e completare il proprio sviluppo psicofisico. Alcune razze, infatti, hanno bisogno di molto spazio e, di conseguenza, non sono particolarmente adatte alla detenzione in casa; per questo, la sistemazione ideale per gli esemplari di razza canina, specie quelli di taglia grande, dovrebbe prevedere un’area verde, che consenta al cane di giocare e di fare attività fisica. Avere un giardino a disposizione, quindi, è un fattore estremamente positivo per la crescita del proprio cane ma, al contempo, impone di fare attenzione alla presenza di eventuali specie vegetali che, se ingerite, potrebbero risultare tossiche. Di seguito, vedremo quali sono le piante e le erbe velenose per i cani, come riconoscerle e come rimediare nel caso vengano accidentalmente masticate o ingerite.

piante tossiche per il cane

Quali sono le specie vegetali tossiche per i cani

In natura esistono numerose varietà di piante e fiori (una cinquantina circa) che possono risultare intossicanti o velenose per i cani. Tra le più comuni, in quanto spesso presenti in giardini, aiuole o in casa come piante da interni, si segnalano:

  • Agrifoglio: le foglie acuminate difficilmente possono essere masticate o ingerite dal cane; più probabile, invece, che l’animale ne mangi le bacche;
  • Alloro; molto diffuso anche per la messa a dimora di siepi e barriere verdi, è tossico in caso di ingestione; ad ogni modo, è raro che i cani manifestino l’istinto di mangiarne le foglie;
  • Amarillide; produce infiorescenze di colore rosso; oltre alle foglie, anche il bulbo risulta essere tossico, in misura persino superiore;
  • Azalea e rododendro; tra le specie floreali più comuni, utilizzate per decorare soprattutto aiuole e giardini. L’elemento tossico è rappresentato dalle foglie che, nei casi di intossicazione più gravi, può provocare la morte per collasso cardiocircolatorio;
  • Begonia: altro fiore molto comune, può risultare tossico in ogni sua parte (incluse le radici);
  • Bella di notte: il pericolo principale è costituito dai piccoli semi, facili da raggiungere ed ingerire; possono provocare problemi gastrointestinali;
  • Bosso: si usa per bordure e altre decorazioni; non produce infiorescenza ma, le sue foglie sono cardiotossiche: in caso di ingestione, provoca problemi gravi agli apparati cardiocircolatorio e respiratorio;
  • Calla: ogni parte della pianta è potenzialmente tossica; il solo contatto può provocare bruciore, mentre se il cane mangia le foglie può causare disturbi gastrointestinali;
  • Ciclamino: occorre fare attenzione se sono messe a dimora direttamente in terra, perché i cani (soprattutto i cuccioli) potrebbero scavarla e ingerirne le radici, la parte più tossica della pianta;
  • Croton variegato: caratterizzato da foglie con numerose striature decorate, viene impiegata come pianta ornamentale anche da interno. Il fusto e le foglie contengono un lattice caustico, che può provocare diversi problemi per contatto mentre i semi possono risultare tossici se ingeriti;
  • Colchico: la parte tossica della pianta è costituita dai bulbi; attenzione, quindi, se sono stati piantati direttamente a terra e non in vaso;
  • Dieffenbachia: pianta ornamentale, principalmente da interno, è nociva soprattutto per i cuccioli e gli esemplari di piccola taglia. Anche l’acqua che filtra dopo l’innaffiatura può risultare potenzialmente tossica, quindi è bene prestare dovuta attenzione anche al posizionamento del vaso;
  • Edera: l’elemento intossicante è contenuto sia nelle foglie che nei frutti (delle piccole bacche di colore scuro);
  • Ficus: l’ingestione delle foglie provoca disturbi gastrointestinali mentre il solo contatto con le foglie può originare reazioni cutanee;
  • Giglio: l’ingestione delle foglie e del bulbo può provocare intossicazione nel cane;
  • Glicine: le parti potenzialmente tossiche della pianta sono i semi e i baccelli;
  • Iris: le tossine, forse alcaloidi, sono concentrate nei bulbi; se ingeriti, possono provocare disturbi a livello gastrointestinale;
  • Lauroceraso; molto diffusa, così come l’alloro, per l’allestimento di siepi perimetrali; le parti più tossiche, e potenzialmente letali, sono le foglie e le bacche;
  • Oleandro: la tossicità di questa pianta è dovuta alla presenza di glicosidi, che inficiano l’attività cardiaca; può provocare anche depressione e convulsioni;
  • Ortica: è forse l’unica fra le erbe tossiche per cani; ha effetti urticanti è, se ingerita, provoca vomito e dolore di stomaco;
  • Tasso comune: l’ingestione di foglie e semi può cagionare disturbi di vario tipo, non solo intestinale ma anche cardiaco;
  • Tulipano: anche in questo caso, è nel bulbo che si trovano le maggiori concentrazioni di sostanze tossiche per il cane;
  • Vischio: arbusto perenne, potenzialmente letale in caso di ingestione dei semi o delle bacche;
  • Yucca: l’ingestione delle foglie, tossiche come il resto della pianta, può provocare la paralisi dell’animale.

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Prevenire l’intossicazione: come fare

intossicazione del cane

Nonostante siano numerose la varietà, alcune delle quali particolarmente comuni, che possono provocare un’intossicazione al proprio cane, va sottolineato come questo tipo di eventualità sia piuttosto rara. Gli esemplari adulti, infatti, seguono una dieta piuttosto regolare e non sono attratti dalle parti esterne delle piante (foglie, fiori, semi o bacche). Diverso, invece, il discorso riguardante i cuccioli: la curiosità e la voglia di scoprire il mondo che li circonda potrebbe indurli ad ingerire bulbi o altre parti di piante potenzialmente tossiche.

A scopo precauzionale, quindi, è consigliabile, sia in casa che in giardino, di mettere in pratica alcuni semplici accorgimenti per evitare di esporre il proprio cucciolo ad eventuali rischi:

  • Piantare in vaso le specie i cui bulbi presentano un’elevata tossicità;
  • Evitare di collocare in casa, e in punti facilmente accessibili, alcune delle piante indicate in precedenza;
  • Approntare protezioni o recinzioni attorno alle piante da giardino più grandi, così da evitare che i cuccioli possano mangiarne le foglie e scavare le radici per ingerirle.

Come riconoscere l’intossicazione del cane: i sintomi

Una possibile intossicazione da pianta può manifestarsi in diversi modi; la reazione varia in base alla stazza del cane, della varietà di vegetale e, soprattutto, se l’interazione con la specie velenosa è avvenuta per semplice contatto oppure ha comportato l’ingestione di una parte esterna. In linea generale, i sintomi più comuni ai quali prestare attenzione sono i seguenti:

  • Nausea;
  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Stomatite e dolori addominali;
  • Tremore;
  • Abbattimento;
  • Ipersalivazione (scialorrea);
  • Coliche;
  • Convulsioni;
  • Infezione del cavo orale;
  • Secchezza delle fauci;
  • Alterazione dell’attività cardiocircolatoria;
  • Aritmia;
  • Dermatite;
  • Vesciche cutanee;
  • Debolezza muscolare.

Cosa fare in caso di ingestione di una pianta tossica

Nel caso in cui si riconoscano uno o più sintomi tra quelli sopra elencati, è necessario recarsi immediatamente dal medico veterinario per un consulto. In molti casi, infatti, l’intossicazione si risolve in una prognosi benigna se diagnosticata e curata in maniera tempestiva. Per quanto possa sembrare banale, infatti, è vivamente sconsigliato ricorrere al “fai da te” o a trattamenti improvvisati; nello specifico, è bene evitare di somministrare liquidi all’animale (in special modo il latte, che tende ad amplificare gli effetti tossici della sostanza ingerita). In aggiunta, non bisogna tentare di indurre il vomito, poiché la risalita dei succhi gastrici potrebbe arrecare ulteriori danni all’esofago ed al tratto faringeo. Infine, non bisogna somministrare alcun tipo di farmaco al cane, se non dietro prescrizione del medico veterinario: in caso contrario, vi è il rischio concreto di ottenere un effetto controproducente ed aggravare ulteriormente il quadro clinico dell’animale.

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