Ottenere fin dalla giovane età un pastore tedesco che al comando “vieni” sia in grado di creare una specie di black-out nei confronti degli stimoli ambientali, per concentrarsi soltanto nel ritorno verso il proprietario, crea un presupposto fondamentale per intraprendere qualunque attività fuori dalle mura domestiche.
Generalmente, iniziando molto presto l’insegnamento con i rinforzi positivi a cui si è accennato sopra, si ottengono risultati di notevole affidabilità, tuttavia nel caso di soggetti un po’ testardi e particolarmente distraibili dagli stimoli dell’ambiente può rendersi necessario l’utilizzo di qualche calibrato rinforzo negativo, che può anche semplicemente essere il disagio costituito da qualche attimo di smarrimento in un ambiente sconosciuto.
In questo caso il podrone deve nascondersi, approfittando di un momento di distrazione del giovane allievo, per poi chiamarlo a sé allorché ne coglie un tangibile sconforto.
L’esperienza negativa viene così a interrompersi con l’emissione di un determinato comportamento, il ritorno verso il padrone, e questo comportamento dopo alcune ripetute esperienze viene in genere stabilmente appreso.
Naturalmente con il cucciolone meno ingenuo, e spesso più sicuro di sé occome un rinforzo negativo più torte per ottenere lo stesso effetto e a questo fine diversi sono i metodi utilizzati.
Uno di questi, consigliato dall’addestratore della polizia tedesca – Capitano Schoenherr (teorico di vecchia scuola ma di grande saggezza), consiste nello spaventare il cucciolo consiste nello spaventare il cane con il lancio di una catenella di metallo che tuttavia dovrebbe, nei limiti del possibile, sembrare di provenienza anonima.
In realtà capita che la forza della curiosità sia più forte della paura e molti cani spesso prendano a osservare con interesse lo strano oggetto piovuto dal cielo piuttosto che precipitarsi spaventati alla ricerca del proprietario.
Per questo occorre saper dosare bene la forza dell’elemento traumatizzante per riuscire a ottenere l’ettetto sperato senza incuriosire l’animale e tantomeno spaventarlo troppo, correndo così il rischio di inibire il SUO naturale istinto esplorativo verso l’ambiente.
Riuscire ad ottenere un efficace richiamo sul pastore tedesco cucciolo, rende molte fasi dell’addestramento successivo estremamente facilitante in quanto con il soggetto adulto particolarmente indipendente occorre attuare tecniche piuttosto sofisticate la cui efficacia si fonda su di un consolidato rapporto di autorità tra conduttore e allievo.
Un altro sistema, adatto al soggetto di giovane età particolarmente distratto, prevede l’uso di una lunga cordicella che, legata al collare del cane, viene usata per indurre questo a un veloce ritorno.
La frequente ripetizione dell’esercizio, unita all’efficacia di una grande gratificazione al momento dell’incontro con il padrone, può abituare il cucciolo a un buon richiamo, tuttavia occorre poi molta accortezza per saper scegliere il momento più adatto per iniziare a eseguire la sequenza con il cane libero dal guinzaglio.
Il richiamo, un realtà, come inteso nei regolamenti del pastore tedesco da lavoro, richiede un consistente rigore formale che appartiene alla sfera dell’addestramento vero e proprio e occorre quindi attendere un’età più matura per impostarne una corretta educazione.
Comunque un’elementare ma efficiente impostazione di ritorno delo cane in risposta all’ordine “vieni” generalmente non danneggia gli sviluppi futuri dell’addestramento, quando questa sequenza non venga praticata all’eccesso, in quanto richiamare di continuo il cane può creare una tendenza a tornare continuamente dal proprietario che potrà rappresentare in seguito un ostacolo all’insegnamento dell’invio in avanti.
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