Cardiopatie nel pastore tedesco

Le cardiopatie nel pastore tedesco

Nel corso della vita del nostro pastore tedesco potrebbero manifestarsi un serie di condizioni patologiche, che rischiano di minare la sua salute.

Molte di queste possono essere agevolmente individuate da uno sguardo attento e sottoposte all’attenzione di un veterinario esperto, altre potrebbero passare inosservate, a causa della sintomatologia lieve o poco specifica.

Il primo passo da compiere per salvaguardare il benessere del nostro amico a quattro zampe consiste nel conoscere e scongiurare uno dei potenziali, ma più temibili nemici del pastore tedesco, la cardiopatia.

Cardiopatie nel Pastore Tedesco: di che si tratta?

Con il termine “cardiopatia” ci si riferisce ad un insieme di condizioni patologiche, dalla gravità e dalla complessità variabili, che possono affliggere il cuore del nostro cane.

Nello specifico possono esitare in una cardiopatia le alterazioni morfologiche e/o funzionali a carico delle diverse componenti cardiache, in grado di causare l’instaurarsi di uno stato di malattia, la cui severità e le cui manifestazioni tendono a mostrarsi con sfumature differenti in base alla parte del cuore coinvolta e al grado di compromissione che presenta.

Si è soliti classificare le più comuni cardiopatie, alcune delle quali potrebbero riguardare anche il pastore tedesco, in tre gruppi. In base alla parte del cuore che è interessata dal processo patologico, distinguiamo così:

  • Miocardiopatie: in questo gruppo sono incluse le patologie che danneggiano il miocardio, ossia la porzione muscolare del cuore, la cui contrazione è fondamentale affinché questo svolga correttamente la sua funzione di pompa del sangue nell’organismo.
  • Valvulopatie: sono alterazioni patologiche a carico delle valvole cardiache, che possono riguardare sia la morfologia, sia il funzionamento, ma solitamente riguardano entrambi, in quanto questi due aspetti sono strettamente interdipendenti.
  • Disturbi a carico del sistema deputato a generare e condurre lo stimolo elettrico cardiaco: si tratta di malattie che colpiscono determinate cellule muscolari cardiache modificate, dette cellule segnapassi o pacemaker, il cui compito è dare vita a un impulso elettrico, che propagandosi rende possibile la contrazione muscolare del miocardio. Tali cellule sono localizzate in alcune importantissime strutture, ossia il nodo seno-atriale, considerato il principale pacemaker del cuore, il nodo atrio-ventricolare, che va a creare un rallentamento dell’impulso, fondamentale per una contrazione sequenziale e funzionale del cuore, il fascio di His, le cui cellule sono principalmente deputate alla trasmissione dello stimolo, e le fibre di Purkinje, cioè la porzione finale di questo sistema specializzato. Se non si ha una corretta propagazione dell’eccitazione si possono verificare alterazioni del ritmo cardiaco, cioè aritmie, ma anche alterazioni della frequenza con cui il cuore si contrae, come accade nel caso di una tachicardia.

Ciascuno di questi elementi può presentare difetti strutturali o funzionali, andando a compromettere l’efficienza del sistema cardiovascolare, in quanto un cuore non ben funzionante inevitabilmente causerà un’alterazione della normale circolazione sanguigna, con tutte le conseguenze incresciose che ciò comporta.

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Come funzione il cuore del cane pastore tedesco?

Facciamo però un passo indietro, andando a vedere come è costituito e come funziona il cuore di un cane in generale, del pastore tedesco in particolare.

E’ importante sottolineare come tra il cuore umano e quello canino non vi siano sostanziali differenze.

Nel cuore del cane troviamo, infatti, come nell’uomo, quattro camere cardiache, due poste sopra dette atri e due sottostanti e con queste comunicanti, dette ventricoli.

Ci sono poi quattro valvole cardiache, distinte in valvole atrioventricolari e valvole semilunari.

Le prime mettono in comunicazione l’atrio di destra con il ventricolo di destra, nel caso della valvola tricuspide, e l’atrio sinistro con il ventricolo sinistro, nel caso della valvola mitrale.

Il compito di queste è garantire l’unidirezionalità della massa ematica, che deve transitare dagli atri ai ventricoli, ma non al contrario.

Questa è una prerogativa anche delle valvole semilunari, in particolare della valvola aortica a sinistra e della valvola polmonare a destra, la cui funzione, però, è assicurare questa volta l’immissione del sangue in circolo, rispettivamente nella grande e nella piccola circolazione.

La valvola aortica, infatti, quando il ventricolo sinistro si contrae, determina il corretto passaggio del sangue arterioso, ricco di nutrienti e ossigeno, attraverso l’aorta nella circolazione sistemica, o grande circolazione, che si premura di rifornire i tessuti periferici di tutto il nutrimento necessario, rimuovendo le sostanze di scarto.

La valvola polmonare, invece, convoglia il sangue venoso proveniente dalla periferia, ricco di scorie e povero di ossigeno, grazie alla contrazione del ventricolo sinistro, nell’arteria polmonare, che lo porterà ai polmoni, dove avrà luogo la circolazione polmonare, o piccola circolazione, incaricata di ossigenarlo, depauperandolo dell’anidride carbonica in eccesso.

Questo sangue ripulito sarà poi nuovamente destinato a ritornare nella parte sinistra del cuore, precisamente nell’atrio sinistro, garantendo così il perpetuarsi degli scambi sia polmonari che tissutali, senza però che il sangue arterioso e quello venoso vadano a mischiarsi.

Affinché il cuore possa svolgere il suo ruolo nel migliore dei modi deve contrarsi e rilasciarsi ritmicamente, dando vita al battito cardiaco.

Ciò è reso possibile dal fatto che le cellule muscolari del tessuto miocardico, come prima accennato, vengono in sequenza attraversate da un impulso elettrico, generato dalle cellule pacemaker cardiache, che si diffonde attraverso un accurato sistema di conduzione.

Questo porta ad un susseguirsi di fasi cardiache, durante le quali sequenzialmente atri e ventricoli si rilasciano nella fase di riempimento, o diastole, e si contraggono nella fase di svuotamento, o sistole, facendo sì che il sangue circoli.

Tra le fasi più importanti vi è la sistole ventricolare destra, fase di contrazione che consente al sangue venoso, che arriva nell’atrio destro dai tessuti periferici, attraverso la vena cava superiore e inferiore, e viene convogliato nel ventricolo destro, di essere spinto, quando tale ventricolo va a contrarsi, nell’arteria polmonare e di conseguenza nella piccola circolazione, attraverso la valvola polmonare, per essere rifornito di ossigeno e privato di anidride carbonica.

Vi è poi la sistole ventricolare sinistra, fondamentale perché la contrazione del ventricolo sinistro assicura l’immissione in circolo nell’aorta, attraverso la valvola aortica, del sangue arterioso ossigenato di ritorno dalla piccola circolazione, che proviene dall’atrio sinistro attraverso le vene polmonari, permettendo così la sussistenza della grande circolazione.

Per garantire la totale sincronia di questo sistema è indispensabile che tutti gli elementi siano perfettamente integrati tra loro ed efficienti; si deve avere, dunque, un corretto funzionamento valvolare, miocardico ed elettrico.

Se così non fosse, il cuore cercherebbe di far fronte a questa condizione di squilibrio compiendo un lavoro extra e facendo in modo che, ad un primo sguardo, non ci si renda conto che il cane abbia una cardiopatia, non percependone in maniera palese segni e sintomi; in questa situazione si parla di cardiopatia compensata.

Nel momento in cui il cuore non riesce più a fare ciò, la cardiopatia viene definita scompensata ed i segni e sintomi diventano franchi.

Tale circostanza desta particolare preoccupazione nel pastore tedesco e andrebbe prevenuta, facendo attenzione a cogliere i segnali di allarme quando la patologia è ancora in fase iniziale.

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Come si classificano le cardiopatie nel cane?

La classificazione delle cardiopatie nel cane segue diversi criteri. Il primo, visto già in precedenza, va a distinguere le diverse patologie cardiache in base alla parte del cuore interessata, sia essa il miocardio, una valvola o il sistema che genera e fa propagare l’onda elettrica cardiaca.

Un altro criterio molto utile per comprendere l’eziologia delle diverse cardiopatie consiste nel distinguerle in congenite o acquisite, ponendo attenzione alla ereditarietà o meno di alcune di queste.

Le cardiopatie congenite nascono con il cane, cioè sono individuabili con adeguati esami sin dal momento in cui viene alla luce.

Nella maggior parte dei casi si hanno componenti cardiache malformate o difettose dal punto di vista funzionale, che fanno sì che la meccanica cardiaca del cane affetto si discosti da quella di un cane sano, con un grado di gravità variabile in base al tipo di patologia.

Le malattie cardiache congenite possono essere ereditarie o meno; in quest’ultimo caso possono ad esempio derivare da fattori di natura ambientale, come assunzione di sostanze nocive durante la gestazione oppure infezioni ad opera di batteri o virus, e non essere dunque classificabili come ereditarie.

Le cardiopatie acquisite, invece, non sono evidenti alla nascita, ma tendono a palesarsi nel corso dell’esistenza di un cane che fino a quel momento appariva in salute.

In questo tipo di patologie entrano in gioco molti fattori diversi come l’età del cane, lo stile di vita, l’alimentazione, ma anche la già citata ereditarietà genetica.

Accade spesso, infatti, che in maniera errata si ritenga che cardiopatia congenita e cardiopatia ereditaria siano due sinonimi di una stessa condizione.

Questa uguaglianza non sussiste in quanto sia una malattia congenita sia una malattia acquisita possono essere ereditate dal padre e dalla madre ed entrambe, in altri casi, possono non avere un’eziologia genetica, cioè ereditaria.

Una malattia che compare in un certo momento della vita del cane, dunque acquisita, anche se apparentemente non sembra, potrebbe essere il frutto dell’espressione di determinati geni che sono stati tramandati dai genitori.

In base ai risultati degli studi condotti fino ad oggi, si può parlare di patologie congenite ereditarie del cuore solamente riferendosi ad alcune malattie per cui è stata accertata un’incidenza maggiore in una specifica razza, come nel caso della displasia della valvola tricuspide del Labrador Retriever; lo stesso discorso vale per alcune cardiopatie acquisite ereditarie in determinate razze.

Per altre patologie sono ancora in corso molte ricerche, ma i risultati raccolti vanno ulteriormente esaminati.

In ogni caso è prerogativa indispensabile per i veterinari e gli allevatori l’individuazione degli esemplari affetti da malattie che possono essere trasmesse al cucciolo, in questo caso cardiopatie ereditarie.

Si cerca di fare in modo che un cane affetto non possa andare a trasferire alla progenie la patologia di cui è portatore, impedendogli di riprodursi.

Un allevamento serio e affidabile di pastori tedeschi, titolare di affisso ENCI/FCI, si preoccuperà, quindi, di selezionare accuratamente i cani da destinare alla riproduzione, eseguendo gli esami necessari per escludere la potenziale trasmissione di geni implicati in cardiopatie congenite o acquisite e in altre malattie ereditarie, con lo scopo di tutelare la razza in questione.

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Quali sono le principali cardiopatie congenite nel pastore tedesco?

Le cardiopatie congenite che si possono con riscontrare con maggiore frequenza in un pastore tedesco sono la stenosi subaortica, la stenosi polmonare ed il dotto arterioso pervio.

E’ doveroso precisare che tali patologie nella pratica veterinaria e di allevamento non hanno un’incidenza molto elevata e la scelta di un cucciolo di pastore tedesco che abbia una provenienza certificata va ulteriormente a scongiurare la possibilità che ne sia affetto.

Nel caso della stenosi subaortica, l’area all’interno del ventricolo sinistro che precede la valvola aortica appare ristretta, in quanto si forma una sorta di anello fibroso, che crea un ostacolo parziale alla fuoriuscita del sangue, la cui entità aumenterà all’aumentare dell’ampiezza del restringimento.

Ciò causa una diminuzione della pressione sanguigna e un inevitabile incremento pressorio ventricolare, che alla lunga va a creare un danno a livello del miocardio, messo a dura prova da questo eccesso pressorio.

Tale condizione patologica, come le altre due citate, in alcune razze canine ha carattere ereditario, precisamente si parla di ereditarietà poligenica; ciò rende importante l’individuazione degli esemplari affetti sia a fini terapeutici sia per controllare l’aspetto riproduttivo.

Dal punto di vista clinico questa cardiopatia si palesa con la comparsa di un soffio cardiaco, oggetto di auscultazione durante un controllo veterinario di routine, seguito nei casi che destano più preoccupazione da un elettrocardiogramma, o ECG, che valuterà l’attività elettrica del cuore.

La sintomatologia è estremamente variabile in base all’entità della stenosi che se sarà maggiore darà ovviamente dei sintomi, se sarà lieve anche le manifestazioni nel nostro pastore tedesco lo saranno, potendo in alcuni casi passare inosservate.

Nella stenosi polmonare si ha una malformazione strutturale che questa volta è proprio a carico della valvola semilunare polmonare, non della porzione che si trova prima della valvola; tale alterazione andrà a inficiare lo svuotamento del ventricolo destro, andando a creare un impedimento alla fuoriuscita della massa ematica.

L’aspetto positivo di questa patologia è che vi si può porre rimedio molto più facilmente rispetto alla precedente grazie ad un intervento di chirurgia mininvasiva, che si serve di un catetere a palloncino per ottenere una dilatazione meccanica della valvola stenotica, che in molti casi è risolutiva.

Nel dotto arterioso pervio, come il termine stesso lascia intuire, si ha la pervietà del dotto arterioso di Botallo, deputato nel corso della vita del feto a collegare l’arteria polmonare con l’arco aortico.

Nella maggior parte dei cani questo dotto al momento della nascita risulta obliterato, andando ad evitare che si creino degli shunt, cioè dei punti di comunicazione tra il sangue arterioso e quello venoso, che devono circolare separatamente.

Se ciò non accadesse o accadesse solo in parte, si potrebbe avere l’immissione di sangue arterioso proveniente dall’aorta nell’arteria polmonare, in cui circola sangue venoso, evento che clinicamente si ripercuoterebbe nell’auscultazione di un soffio.

Quando si rileva ciò, è necessario operare il cane il prima possibile, affinché si ottenga la chiusura del dotto e si ponga fine a questo shunt pericoloso per la sua salute.

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Quali sono le principali cardiopatie acquisite nel pastore tedesco?

Nel pastore tedesco si possono rilevare anche delle cardiopatie acquisite, tra le quali quelle di più frequente riscontro sono le alterazioni a carico della valvola tricuspide e della valvola mitrale e la cardiomiopatia dilatativa.

Queste tendono a colpire principalmente i cani anziani, ma potenzialmente possono manifestarsi ad ogni età.

L’alterazione a carico delle valvole atrioventricolari è anche nota come endocardiosi o insufficienza valvolare ed è provocata da un processo degenerativo a carico di queste strutture valvolari, che ne va ad alterare profondamente la morfologia, impedendo il loro corretto funzionamento.

Il problema principale che si riscontra è un difetto di chiusura, che può causare, durante la sistole ventricolare, il reflusso di sangue negli atri, riducendo la quantità di sangue immessa in circolo, detta frazione di eiezione.

Le valvole dunque, non funzionano in maniera sufficiente, e ciò tende a riguardare più spesso la valvola mitrale, meno la tricuspide.

Vi è poi una forma che colpisce sia la tricuspide sia la mitrale, che ha un’incidenza intermedia tra le due precedenti.

Nella cardiomiopatia dilatativa, il cuore nelle fasi più avanzate può apparire notevolmente dilatato e può presentare una riduzione della sua capacità contrattile.

Oggetto del processo patologico è la componente muscolare, in particolare il miocardio ventricolare, che inizialmente presenta difficoltà nel portare a termine una contrazione efficace, per poi progressivamente andare incontro ad un allungamento delle fibre muscolari, che provoca una dilatazione ventricolare ed esita, nei casi più gravi, in insufficienza cardiaca. Ricercare l’eziologia di questa alterazione patologica non è semplice.

In alcuni casi possono influire alcune malattie già presenti nel cane, come l’ipotiroidismo o alcuni episodi aritmici, in altri casi sono stati individuati farmaci cardiotossici, come alcuni di quelli utilizzati nelle chemioterapie; tali tipologie di cardiomiopatie dilatative sono definite secondarie.

Più frequentemente, però, la cardiomiopatia dilatativa insorge sporadicamente come patologia dalla causa sconosciuta, detta idiopatica o primaria, profilandosi nel pastore tedesco una degenerazione dei miocardiociti non collegabile ad un quadro patologico sottostante. Anche per questa malattia si è parlato di ereditarietà genetica, accertata per determinate razze.

Pare ci sia una familiarità, però quel che crea più difficoltà è proprio andare a scovare i cani affetti, ma che non mostrano sintomi.

Questa capacità di restare nascosta a lungo, anche dinanzi ad uno sguardo esperto, è propria della cardiomiopatia dilatativa; nella sua individuazione un alleato indispensabile è l’esame ecocardiografico, che ci mostrerà la morfologia cardiaca, consentendoci di avere un riscontro visivo diretto di questa malattia.

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Come si può diagnosticare una cardiopatia nel pastore tedesco?

La diagnosi di una cardiopatia nel cane non è sempre agevole e desta preoccupazione nel padrone, ma attualmente è possibile usufruire di mezzi adeguati, sia in termini di indagini strumentali sia in ambito terapeutico, per farvi fronte.

Particolare attenzione è stata dedicata alle cardiopatie ereditarie soprattutto nel settore dell’allevamento, che si è premurato di individuare gli esemplari affetti da patologie trasmissibili alla progenie, affinché si favorissero gli accoppiamenti solo tra cani esenti da queste, che solitamente non mostravano, quando sottoposti ad accertamenti cardiaci strumentali, dei risultati indicativi di cardiopatia.

Ciò ha avuto un effetto notevole, portando ad un drastico calo della prevalenza di alcune alterazioni cardiache in determinate razze.

Nonostante siano in atto numerose indagini epidemiologiche e studi osservazionali in merito, non è sempre facile ottenere dei risultati attendibili ed avere la sicurezza che una patologia non possa poi comparire in un certo momento della vita, come accade nel caso di alcune cardiopatie acquisite.

Non bisogna esimersi, dunque, dal sottoporre periodicamente il pastore tedesco ad una scrupolosa visita veterinaria, in cui la parte cardiologica non va mai trascurata, soprattutto qualora sussistano dei fattori di rischio.

E’ sempre indicato ispezionare le mucose prestando attenzione al colorito, andare a palpare i polsi periferici e ad auscultare il cuore, in quanto è sufficiente seguire questo iter per avere informazioni di rilievo sulla funzionalità generale cardiovascolare dell’animale.

Nel caso in cui si captassero elementi di sospetto, come un soffio cardiaco anomalo, occorrerà procedere con ulteriori approfondimenti diagnostici, sottoponendo il cane ad un elettrocardiogramma o ad un ecocardiogramma, esami molto utili per individuare la malattia cardiaca quando non è ancora clinicamente manifesta.

Per patologie trasmissibili dal genitore ai cuccioli, per le quali è stata accertata una ereditarietà autosomica recessiva, si possono eseguire, se disponibili per quella determinata malattia, test genetici sul DNA, che forniranno ulteriori risposte.

Nel caso fosse accertata la sussistenza di una cardiopatia, si andrà ad intervenire sia dal punto di vista farmacologico che chirurgico, con un protocollo variabile in base al tipo di condizione patologica individuata.

Disponendo di tecniche di diagnostica strumentale e di laboratorio sempre più accurate e di personale veterinario esperto, adeguatamente formato in materia cardiologica ed in continuo aggiornamento, al giorno d’oggi è sempre maggiore la possibilità di curare una cardiopatia o, nel caso in cui non vi fosse una soluzione definitiva, di prolungare la sopravvivenza della maggior parte degli esemplari affetti, donando loro un’esistenza serena e appagante.

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